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I Nosodi
Vaccinare o usare i Nosodi?
Cimurro, rabbia, parvovirosi, leptospirosi , felv, fiv, fip sono patologie sosenute da virus terribili.
Pero' esistono i vaccini che inoculati nei nostri animali li proteggono evitando che periscano contraendo tali malattie. E molto le vaccinazioni hanno fatto e fanno tuttora per la protezione
individuale e per evitare epidemie sul territorio. Pero' non sempre sono positive, soprattuto se effettuate ripetutamente.
Considerando infatti la cosa con attenzione ci si accorge che si tratta di un percorso innaturale di infezione: l'iniezione diretta
di organismi o virus o batteri (uccisi o attenuati) e parte di essi in un certo senso e' un assalto vero e proprio all'organismo:
quasi sempre cosi' viene evitata la sua prima linea di difesa (superficie della pelle, lacrime e saliva) inondando il sistema con
milioni di microrganismi o particelle virali che sensibilizzano il sistema immunitario a quel preciso agente patogeno.
Successivamente, se il cane o gatto incontrera' lo stesso agente, il suo sistema sara' in grado di rispondere rapidamente e
vigorosamente, producendo e attivando anticorpi per superare l'infezione.
Il problema sorge dall' attacco massiccio vaccinale, che si ripete anno dopo anno , e a volte piu' volte a distanza di pochi mesi,
per tutta la vita dell'animale: esso puo' provocare irregolarita' e anomalie nel sistema immunitario degli animali
con la conseguenza di reazioni eccessive a sostanze normalmente innocue (allergie o malattie autoimmuni), oppure di inadeguatezza
nel rispondere a virus comuni, batteri, funghi e parassiti.
Per questo motivo la vaccinazione non deve essere considerata una pratica di routine, di quelle che "piu' ce n'e' meglio e'",
ma il suo protocollo e la frequenza (anche ogni due-tre anni) devono essere valutati dal veterinario di fiducia nei tempi e nei modi
idonei a ciascun paziente , considerando il suo stato di salute, il luogo in cui vive, i virus presenti sul territorio e il tipo di vita
che conduce.
Nel caso, che per vari motivi le vaccinazioni non si vogliano o non si possano fare (per reazioni allergiche ad esempio o per problemi
fisici in atto), si possono comunque proteggere gli animali con delle "vaccinazioni omeopatiche": i nosodi.
Il nosode (dal nosos, parola greca che significa malattia) e' un preparato omeopatico a base di materia prelevata da un animale
(o da una persona) malato oppure a partire da vaccini tradizionali.
Questa materia prima viene macerata in alcool e successivamente
diluita fino a "scomparire" del tutto . Grazie alle ripetute succussioni , secondo il procedimento tipico delle preparazioni
omeopatiche, nella preparazione finale rimane solo l'impronta energetica della materia iniziale, diventando un potente rimedio.
I nosodi che utilizzo sono preparati a partire dai vaccini tradizionali.
L'uso dei nosodi per prevenire le malattie, e' stato impiegato in omeopatia veterinaria e umana per molti anni. Come i vaccini, ma
con un meccanismo completamente diverso, riescono a sensibilizzare il corpo verso un particolare patogeno, in modo che possa reagire
rapidamente ed efficacemente all'esposizione naturale. Essi sono completamente sicuri e possono essere dati anche a cuccioli e
gattini molto precocemente.
Ricordate pero' che la legge non considera i nosodi come dei vaccini: l'antirabbica obbligatoria per l'espatrio o dove richiesta, non
puo'in nessun modo essere sostituita dal suo nosode; lo stesso dicasi per i vaccini indispensabili per essere ammessi ad esposizioni
o nelle pensioni o in altri ambienti ove siano espressamente richiesti.
I Nosodi, come tutti i rimedi omeopatici, sono facili da gestire: sono dati per bocca, cosi' come si trovano o sciolti in pochissima
acqua e con una siringa senza ago.
Il dosaggio deve essere attentamente individualizzato, ma esiste anche un protocollo generico per i cani e gatti di tutte le eta':
1 compressa due volte al giorno per via orale i primi tre giorni e poi 1 compressa una volta alla settimana per tre settimane, quindi 1 compressa da dare una volta al mese per quattro-sei mesi o tutto l'anno in caso di epidemia in atto.
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